venerdì 23 settembre 2011

1. 1. Aria contro la porta

– Non ti accorgi?
  Spingo, ma la porta resta chiusa, oppone resistenza. Come se ci fosse qualcuno dall'altra parte, che punta i piedi e poggia contro tutto il peso. Mi tiene chiuso dentro, imprigionato. Il braccio è forte, la presa salda, ma affronto un muro d'aria compressa. Ululante.
  Il mio sforzo è vano. Puro orgoglio.
  Vince lui.
  Lascio la maniglia e mi ritiro dalla porta murata. Fuori, il mostro si fa mansueto.
  Attacco d'ira: non è finita qui, non mi fai paura. Anzi.
  – Non ti accorgi? – ripete nell'aria.
  Un sussurro, si sente a stento. Pare una donna dal timbro della voce.
  – Di che cosa?
  Mi risponde il silenzio, sincero come sempre.

***
  Ritorno dalla cara sedia e accendo il vecchio il computer con la punta del piede. Riprendo l'appuntamento serale. Sotto il tavolo le ventole girano stanche, i led lampeggiano ripetitivi. Sopra, il monitor trema e si illumina lentamente mentre lo pulisco dalla polvere.
  Mai vista così tanta, strati spessi, che si spostano come dune nel deserto. Nascondono ogni cosa insieme al buio.
  – Quanto duri ancora, amico?
  Mi affeziono agli oggetti che fanno il loro mestiere, più affidabili di certa gente in carne ed ossa. Il computer è diventato il custode delle mie memorie, ora che faccio fatica a ricordare. Il suo orologio si è fermato, il calendario pure, ma non ha importanza.
  Fa freddo, la stanza è gelata. Il pavimento soprattutto. Mi devo ammantellare con la coperta. Ne occorre un'altra per le gambe e i piedi. Il computer acceso mi regala un minimo di calore.
  Avvio il browser. La connessione a internet è assente, allora spunto la navigazione non in linea e sfoglio le pagine salvate. Devono essere tante perchè qualsiasi cosa io ricerco, quello la trova. Per fortuna, aggiungerei, perchè così posso imparare, rilassarmi. Posso perdermi.
  Perchè la sera, se non sai cosa fare, diventa lunga da morire. Infinita.

***
  Wikipedia è incredibile. L'enciclopedia dai collegamenti-a-catena.
  Mi sono studiato decine di missioni spaziali, lunari e orbitali. Le avventure dei marinai moderni, l'esplorazione nel vuoto siderale. Razzi e astronavi costati miliardi di dollari. Tragedie al lancio o al rientro nell'atmosfera. Astronauti perduti nello spazio che lanciano disperati messaggi radio. Mi rinfranca sapere che il vettore russo Energia ospita una testata nucleare americana per contrastare un minaccioso meteorite che verrà.
  Chissà se non è già capitata un'emergenza di questo tipo. Magari non hanno avvisato nessuno, magari hanno fallito e fuori il mondo è cambiato proprio per questo motivo.
  Pensieri placidi, in sordina. Riflessioni che non mi agitano. Quella sensazione prossima al letargo.
  Sto comodo, un tutt'uno con la sedia. Fusione, paralisi. Assolutamente benvenute.
  Poi capita di cambiare argomento: dallo spazio orbitale alle enormi macchine che scavano nelle regione mineraria della Ruhr. Il collegamento? I grossi bestioni cingolati che trasportano i razzi e gli Space Shuttle alla rampa di lancio. Battuti in dimensioni dagli enormi escavatori che grattano via la terra e scoprono il carbone. Uno scempio ambientale, a vedere le foto.
  Ma ormai è tardi e scivolo nel sonno.
  Quel mondo tutto nero.

Sogni di sera     1

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